Milano. Checco è uno dei tanti ragazzi del sud trasferitosi al nord con la famiglia per cercare lavoro e, come tanti ragazzi del sud, spera di diventare carabiniere. Il giorno del concorso però Checco non sa rispondere alle domande della commissione esaminatrice e deve dire addio per sempre al sogno di indossare l’amata divisa. La vita però gli riserva una seconda possibilità; il pericolo di nuovi attentati richiede misure straordinarie di sicurezza per i luoghi a rischio come gli edifici religiosi e i monumenti storici, ed è così che Checco si ritrova a lavorare come custode al Duomo di Milano. Checco ha il morale alle stelle, orgoglioso del compito che gli è stato assegnato: controllare i visitatori che salgono sulla terrazza. Ed è lì che incontra Farah, una ragazza che si finge francese e studentessa d’architettura alle prese con una tesi sul Duomo. Nella realtà Farah è araba ed è a Milano per portare a termine la sua personalissima vendetta; in un bombardamento in Iraq le hanno ammazzato la madre e ora lei si vuole vendicare colpendo il Duomo. Farah si rende conto che Checco, anche grazie alla sua scarsa capacità intellettiva, può essere un perfetto inconsapevole alleato per portare a termine il suo progetto criminoso e per questo inizia a frequentarlo, fingendo un certo interesse per lui. La ragazza però non ha fatto i conti con l’animo di Checco. Il suo amore per lei è sincero, delicato, profondo; le sue continue attenzioni mettono in difficoltà Farah, che si rende conto di essere amata, aiutata, sorretta, e non solo da Checco ma anche dalla sua famiglia, specie dalla madre, che accoglie la ragazza come se fosse una figlia. È un mondo di sentimenti che Farah non ha mai conosciuto, avendo perso la madre molto presto, ed è un fattore che mette in crisi i suoi piani fino a pensare di abbandonarli definitivamente, riuscendo finalmente a perdonare. “Che bella giornata” è un film che vuole raccontare il silenzioso percorso dell’amore.