La serie tratta di un gruppo di medici e avvocati che fonda un’associazione per i diritti del malato (ispirata al vero Tribunale per i diritti del malato) e affronta diversi casi di malasanità. Claudio è l’avvocato dell’associazione, è l’anima e il cuore del gruppo, Luca è un cardiochirurgo, un medico che al top della sua carriera subisce un danno che lo terrà lontano dalla sala operatoria. È la mente del gruppo. Francesca lavora in pronto soccorso, lei è la passione e la determinazione dell’essere medico. Seguiamo ogni caso a partire dalla denuncia della parte lesa e l’indagine si svolge attraverso lo studio di cartelle cliniche, di perizie, di autopsie, ma anche scoprendo luci ed ombre dei personaggi coinvolti, interpretando le psicologie e indagando nel loro spazio privato. La ricerca della verità è un percorso di conoscenza di vari mondi: quello del paziente che ha subito il danno, dei suoi familiari, dei medici curanti. Ogni diagnosi scientifica diventa per il nostro protagonista anche un viaggio emotivo, una detection fatta di dubbi, incertezze, sospetti, che si svolge in un’arena composta da forti elementi: dolore, lutto, pentimento, arroganza, falsità, corruzione, ricatto. Dei casi di puntata non seguiremo l’iter giudiziario, il processo vero e proprio. La fase che ci interessa è quella a monte, ovvero l’indagine del nostro protagonista che una volta appurata la verità presenta la perizia all’avvocato che procederà per vie legali. Una verità, che noi diamo per scontato, porterà ad un esito positivo anche in sede giudiziaria. Gli errori medici accadono, spesso sono inevitabili, fanno parte della medicina che in fondo non è una scienza esatta. Non sempre un medico che sbaglia è un cattivo medico ma tanti sono i casi dovuti a incapacità, negligenza, indifferenza. La malasanità è argomento giornalistico oramai quotidiano. L’ingerenza della politica ha creato un sistema che promuove i raccomandati e mortifica i più meritevoli. Purtroppo a questo sistema contribuisce anche la scelta di tanti medici di non volere vedere, di convivere spesso col “male”, a tutti evidente e per tanti inevitabile. Di questo sistema che non funziona siamo tutti vittime, sia medici che pazienti.